mercoledì 13 giugno 2018

Sorpresa di fine anno!

Ho il cuore che scoppia di gioia!
Matilde, al penultimo giorno di scuola, alla fine della prima elementare, si è lasciata andare con tutti! 
Tutti i compagni e tutte le insegnanti: parla e risponde all'orecchio con ciascuno di loro! Pazzesco, non me lo sarei aspettata, è proprio vero che quando tutto sembra immobile, arriva il cambiamento! 
Se tutto sembra fermo, è soltanto per prendere la rincorsa e iniziare a volare...

Pochi giorni prima c'è stata la festa di fine anno in classe, e nei preparativi mia figlia alzava sempre la mano quando veniva chiesto chi volesse fare quella determinata parte dello spettacolino. Una volta messa alla prova, però, Matilde ovviamente non riusciva a dire la sua frase. Allora abbiamo adottato il suggerimento della psicologa, in accordo con le insegnanti, per non far cadere nel vuoto la sua voglia di partecipare: farle fare una registrazione audio dei saluti finali, che sarebbe stata fatta ascoltare a chiusura della recita. Senza dire nulla ai compagni, che, ignari, in quel momento si sono soltanto guardati tra loro con facce interrogative, ma non hanno chiesto nulla. Dopo di che, sono partiti gli applausi finali e abbiamo festeggiato tutti insieme.
Il lunedì successivo, mi rivela in seguito la maestra, qualche compagno incuriosito ha chiesto di chi fosse quella voce ed è stato dichiarato che era la sua, quella di Matilde.
Non so se proprio da questo episodio possa essere scaturito il coraggio di farsi sentire. Perché sperimentare che l'ascolto della sua voce in classe non ha sortito conseguenze negative, che magari i bimbi mutoselettivi tendono a prefigurarsi come stravolgenti, è servito a lei in qualche modo per rendersi conto che alla fine è una cosa normale, e non c'è nulla da temere. La scelta di non dire nulla ai compagni, di non prepararli a sentire la voce sconosciuta della loro compagna silenziosa, aveva come obiettivo proprio quello di normalizzare l'avvenimento, senza creare in loro un'inutile aspettativa ansiogena, ma facendolo passare come qualcosa di assolutamente normale. Proprio come un bimbo fa quella parte, un altro bimbo fa quell'altra ancora, e lei fa i saluti finali in una modalità, quella della registrazione, che in quel momento le si confà maggiormente.

C'è stata un'anteprima, che ha preceduto questa sorpresa. Il giorno prima, appunto, all'uscita da scuola la maestra di matematica ha riferito al papà che Matilde le aveva detto una parola all'orecchio. 
Andò così: durante la pausa del pranzo, nel cortile antistante la scuola, mentre tutti i bambini stavano giocando, Alice, una compagna di classe, corse dall'insegnante e le disse "Maestra Filomena, Matilde mi ha parlato nell'orecchio! Mi ha detto ciliegia!". Al che, la maestra pensò di provarci. E il suo tentativo andò a buon fine. 
In quel momento i bambini, uno dopo l'altro, stavano rivolgendo all'insegnante parole d'affetto: "Filomena, io ti voglio bene!" "Anche io te ne voglio!" "Anche io!" "Anche io!".
La maestra allora, avvicinandosi a mia figlia, le chiese: "Anche tu, Matilde, mi vuoi bene?" Vedendo che annuiva, le propose: "Ti va di dirmelo?" A quel punto, Matilde prendendola per un braccio, tirò un po' verso di sé l'insegnante, avvicinandosi al suo orecchio, e le disse "SI'!".
Immagino l'emozione della maestra, bravissima a tenere dentro di sé la contentezza, per poi condividerla con noi. Ma devo dire grazie a tutte le insegnanti, da quella di italiano, a quella di inglese, passando dall'insegnante di italiano, perché sono state fin da subito estremamente disponibili, collaborative e seriamente interessate ad aiutare Matilde nel modo migliore. 

C'è stata anche una battuta d'arresto, successiva a questi due giorni incredibili. L'ultimo giorno di scuola, infatti, non ha più parlato all'orecchio né delle insegnanti, né dei compagni. Sapevo di questa possibilità: infatti, come viene detto da tutti gli specialisti, non è detto che quando avviene lo "sblocco", si possa poi considerare risolto il disturbo. Anzi, il percorso è lungo, ed è solo appena iniziato. Però, la speranza che lo ripetesse, un pochino l'avevo. Ad ogni modo, niente cancellerà la certezza del grande passo che ha fatto Matilde, e sono infinitamente orgogliosa di lei. 

Ma come si è sentita la protagonista di questo importante gesto? 
L'intervistata mi ha sorpreso quando le ho chiesto che effetto le abbia fatto: "è stato facile!" mi ha risposto candidamente. E ha dichiarato di essersi sentita bene, felice.
E adesso che la scuola è finita? 
Come facciamo a tenere in allenamento la piccola coraggiosa? 
Non si può prolungare la scuola di un altro mese, vero? 
Peccato. 
Ci vogliono altre occasioni, per non disperdere questa preziosa esperienza nei tre lunghi mesi di pausa estiva. Vedremo al mare che succederà...
Intanto è iniziato. Godiamoci il viaggio
Il cammino è lungo, ma la strada è quella giusta!


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