mercoledì 31 agosto 2016

Di che si parlerà

Di una cosa, fondamentalmente: del mutismo selettivo. 
Ma soprattutto di episodi, incontri, conversazioni, avventure, sensazioni, riflessioni, dubbi, conoscenze. In una parola - appunto: di esperienze. Il quotidiano di una mamma e sua figlia durante una fase bellissima e delicata, l'infanzia. Ed è in questo periodo che è cominciato a comparire questo sconosciuto, il mutismo selettivo. Un disturbo, o meglio, lo definirei col termine più neutro di "aspetto", che coinvolge la sfera emotiva di chi lo vive. 
Cos'è?
In due parole, l'incapacità di parlare in situazioni sociali, in primis il contesto scolastico, causata da un'ansia, una paura. Un blocco involontario, un impedimento a parlare. Ma non sempre, non con chiunque. Molto spesso con mamma, papà, fratelli e nonni - come nel nostro caso - non succede. Anzi, la lingua va spedita, allegra, gioiosa, arrabbiata, capricciosa, canterina, radiosa. Come quella di qualsiasi altro bambino. L'espressione del linguaggio è perfetta e appropriata. E' la paura a fregarla. Perché? Di cosa? Sono domande a cui molto spesso non c'è una concreta e precisa risposta. Come chi ha le vertigini e ha paura di salire su una scala, chi è claustrofobico e ha paura di entrare in un ascensore. Oppure io, che ho paura di vespe e api e scappo terrorizzata appena me ne s'avvicina una. Perché? Non ti succede nulla. E' una paura che non ha ragioni, incomprensibile per chi non ha quella paura. Eppure esiste, la vivi. E' così. 
E quindi?
Affrontare la paura, dunque. Piccoli passi per andare oltre, superare il proprio limite. Quasi sempre, si tratta di una difficoltà transitoria. A volte può succedere che si protragga anche nell'età adulta, trasformandosi in altri tipi di disturbi d'ansia.
Ma andrò con ordine, all'inizio.
Urge però una doverosa avvertenza: questo è un blog ad alto contenuto personale, pertanto non vuole avere alcuna pretesa divulgativa o scientifica. Quello che farò è raccontare il vissuto di una famiglia alle prese con questo poco conosciuto aspetto, così come lo affronta una bambina che sta meravigliosamente crescendo e imparando a scoprire il mondo. E il mondo che sarei orgogliosa di farle scoprire vorrei fosse anche fatto di persone che si relazionano in modo accogliente, semplice, rispettoso, cercando modi giocosi e "universali". Oltre il modo convenzionale di comunicare. Avvicinarsi col cuore.


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