domenica 29 dicembre 2019

Buona fine con ottime prospettive di Buon inizio

Si conclude questo 2019, da una parte difficile e doloroso, e dall'altra entusiasmante e fortunato.
Un anno schizofrenico. Da dimenticare e da ricordare.
Un anno che toglie da una parte e che dona dall'altra.
Sicuramente positivo per i piccoli grandi passi che sta facendo Matilde nel suo ritrovare le parole in pubblico.

A scuola la novità più importante è il fatto di aver iniziato a parlare all'orecchio delle insegnanti. Prima di Filomena, a fine ottobre. Poi di Annalina, a metà novembre.
La maestra di matematica, il 28 Ottobre, mi manda questo messaggino: "Salve, scusi se uso questo mezzo per comunicare con lei, ma visto che ci scambiamo i video di Matilde e quant'altro qui, ne approfitto anche per raccontarle di oggi. Ho chiesto le tabelline ai bimbi; quando è arrivato il turno di Matilde gliele ho chieste, e poi mi sono avvicinata, piegandomi, a lei che a sua volta si è avvicinata all'orecchio e mi ha detto i risultati di due tabelline (risultati esatti!). Poi, mentre chiedevo le tabelline agli altri, l'ho vista mentre stava per alzarsi con il solito biglietto in mano del "Posso andare in bagno?" Io l'ho guardata con dolcezza ma anche con l'aria del "ancora questo bigliettino?! Dai, che sei pronta!" senza però parlare in realtà, e lei dopo pochissimi istanti ha posato il biglietto, è venuta da me tirandosi in su per parlarmi all'orecchio e mi ha chiesto di andare in bagno. Noi tutti tranquilli e senza scomporci. E' tornata felice!"
Grande Mati, ho pensato, con il cuore pieno di gioia e un sorriso stampato in faccia.
Ho parlato poi con l'insegnante all'uscita da scuola, e Filomena mi ha raccontato bene le circostanze del fatto: è accaduto tutto in classe, quindi in presenza dei compagni, che, essendo stati "istruiti" sul fatto di evitare reazioni di stupore, non hanno commentato né evidenziato la novità. Perché il messaggio che deve passare è sempre quello che usare la voce e le parole è una cosa normale, di cui non meravigliarsi. Soprattutto - e paradossalmente - se a farlo è una compagna che loro non hanno mai sentito parlare.
Ma c'è un piccolo, importante, passaggio in più: il 7 Novembre, in risposta all'ormai consueto video che mandiamo alla maestra con la registrazione di Matilde che ripete le pagine da studiare per compito, Filomena risponde con un messaggio vocale, dicendole che è stata brava e salutandola per rivedersi l'indomani a scuola. Ho chiesto a Matilde se volesse rispondere anche lei con un vocale, e ha accettato di dirle a voce un primo telegrafico "A domani!". Da lì ne sono seguiti altri, sempre un po' più articolati.
Nel frattempo, il 14 Novembre mi arriva - tra l'altro nel bel mezzo di un seminario sul mutismo selettivo organizzato per Aimuse a Bologna - il messaggio di Annalina, che scrive: "Stamattina Matilde ha parlato anche a me... sono stata al settimo cielo! Una novità fantastica! Mi ha parlato all'orecchio in classe, davanti agli altri compagni. Sono sicura che entro la fine dell'anno ci stupirà!". E poco dopo, il 26 Novembre, arriva anche con lei il primo scambio di messaggi vocali, affettuosi e divertenti, come con l'altra insegnante.
Lo strumento di WhatsApp si rivela davvero utile in questo caso.
Non solo, qualche settimana dopo mi ferma l'insegnante di sostegno, che è nella loro classe dall'anno scorso, per dirmi che Matilde ha parlato all'orecchio anche con lei.
La recita di fine anno che si è tenuta a metà dicembre insieme alle altri classe terze è stata come le altre volte. Proviamo ogni volta a buttare lì a Matilde il suggerimento di cantare in playback, tanto cosa le costa? Deve muovere solo le labbra. Però evidentemente non se la sente ancora. 
Il giorno dopo lo spettacolo natalizio, mentre io e alcune mamme scambiavamo gli auguri all'uscita da scuola con le maestre, Filomena mi ha accennato al fatto che Matilde le aveva fatto una promessa, lasciando intendere che riguardava il tentativo di cantare insieme al coro di bambini. Lì per lì, ho soltanto sorriso, convenendo con l'insegnante che non importa, è andata bene comunque e tutti sono stati bravi. 
Però, ecco, avrei voluto spiegarle che forse la promessa di Matilde fatta alla maestra era più che altro un non voler deludere la sua richiesta, perlomeno a livello ideale. Spesso la paura di parlare, o la vergogna di esporsi con la voce, nascondono invece una gran voglia di comunicare: i bambini con mutismo selettivo ci tengono così tanto alla relazione con l'altra persona, da percepire le sue aspettative e non volerle deludere. Poi il conseguente blocco del verbale è una reazione difensiva quasi automatica, che inizialmente è difficile da disinnescare, soprattutto quando l'ipercontrollo mantiene attivo il livello d'ansia. Ma piano piano, a piccoli passi, occorre ed è possibile sciogliere il disagio.

Altra piccola grande novità è stato a Natale, quando arriva il regalo della mia cara amica Ilaria per le bimbe.
Una coppia di walkie-talkie. 
Un'idea bellissima, che si è rivelata da subito efficace per vincere il silenzio di Matilde.
Incredibilmente si è messa subito a provarli con la sorellina e, parlando nella ricetrasmittente a Michela, ha fatto sentire la sua voce anche a parenti con cui lei finora non parla. Eravamo io e Matilde in bagno, e la sorellina insieme a Ilaria e mia zia Patty in salotto. Le bimbe, parlandosi nei rispettivi walkie-talkie, giocavano a salutarsi, farsi richieste, darsi ordini, farsi pernacchie, divertite dalla novità del gioco. Che potrebbe poi estendersi anche ad altri bambini, ai suoi compagni, ad esempio, o comunque a persone con cui la voce fa ancora fatica a farsi sentire. 
Il fatto di doversi per forza allontanare fisicamente e andare in un'altra stanza per far funzionare le ricetrasmittenti è la cosa ideale per provare a parlare senza essere visti, parlare restando nascosti, che dà una protezione in più rispetto all'esporsi direttamente in presenza. 
E anche il giorno dopo, con la scusa di testarne il funzionamento anche a centinaia di metri, come garantivano le istruzioni allegate, andiamo al parco e lì ci raggiungono anche gli zii con mio cugino. Matilde è col nonno in mezzo agli alberi a circa duecento metri da noi e lei da laggiù fa vibrare la sua voce nell'apparecchio di Michela, che da qui risponde alle domande di sua sorella. 
Non credevo che con tanta facilità accettasse volentieri di provare i walkie-talkie, ma invece ciò dimostra quanto sia predisposta a superare la sua difficoltà.

E novità ce ne saranno anche per l'anno che verrà.
Non anticipo troppo - così lascio la suspense e la voglia di scriverne in seguito - ma due cose importanti sono in vista: una nuova opportunità in un corso di psicomotricità a Modena, che abbiamo recentemente contattato per informazioni, e la proposta della nostra psicoterapeuta di iniziare con Matilde degli incontri individuali, dove vedrà la bambina in studio e per la prima volta faranno terapia diretta. 
Vediamo come andrà. Sono sempre più fiduciosa.
Intanto Buon 2020!